Mestre Pastinha
Fondatore della prima scuola di Capoeira Angola
(5 aprile 1889 – 13 novembre 1981)
Chi vede la lotta, la comprende meglio. Rassomiglia a una danza, ma non lo è. Capoeira è una lotta, e una lotta violenta. Può uccidere, già l’ha fatto.
Introduzione
Vicente Ferreira Pastinha, noto come Mestre Pastinha, nacque il 5 aprile 1889 nella città di Salvador, Bahia. Cresciuto in una famiglia povera, suo padre, Jose Senor Pastinha, era un commerciante d’origine spagnola che possedeva un piccolo magazzino nel centro storico di Salvador. Sua madre, Dona Maria Eugenia Ferreira, era una bahiana di colore. Mestre Pastinha iniziò a imparare la capoeira all’età di otto anni dal maestro africano Benedito, che gli insegnò questa forma di autodifesa per difendersi dal bullismo.
Prime esperienze e carriera nella marina
A dodici anni, sotto la spinta del padre, Vicente si arruolò nella Marina, dove continuò a praticare e insegnare capoeira ai suoi compagni fino al 1910. Durante il suo servizio militare, Pastinha non solo affinò le sue abilità marziali, ma sviluppò anche un profondo senso di disciplina e rispetto, valori che avrebbe poi trasmesso ai suoi studenti. Nel corso degli anni passati nella Marina, Vicente acquisì un’apprezzabile esperienza nella vita marziale e nelle tecniche di combattimento corpo a corpo, che arricchirono il suo bagaglio di conoscenze nella capoeira.
Dopo aver lasciato l’impiego militare, iniziò a insegnare capoeira a Raymundo Aberrê, un giovane promettente che divenne uno dei suoi primi allievi, e lavorò per il giornale “Diário da Bahia”. Durante questo periodo, Pastinha si trovò ad affrontare numerose difficoltà economiche, ma la sua passione per la capoeira non vacillò mai. Per sostenersi, svolse diverse attività, tra cui lustratore di scarpe, pittore, poeta popolare e giornalista. La sua poliedricità e creatività gli permisero di guadagnare da vivere mentre continuava a dedicarsi all’insegnamento della capoeira.
Nonostante le avversità, Pastinha riuscì a creare un forte legame con la comunità locale, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione di molti. La sua dedizione alla capoeira lo portò a fondare la sua propria scuola, il “Centro Esportivo de Capoeira Angola”, dove poté insegnare e promuovere la capoeira come arte marziale e forma di espressione culturale. Sotto la sua guida, la capoeira angola fiorì e si diffuse, attirando un numero crescente di praticanti e appassionati.
Fondazione del CECA
Nel 1941, Mestre Pastinha fu invitato dal suo allievo Aberrê a partecipare alla tradizionale roda della domenica nel quartiere di Gengiborra. Durante questa occasione, conobbe il maestro Amorzinho, un membro della Guardia Civil e capoeirista, che lo incoraggiò ad aprire un centro di insegnamento della Capoeira. Così nacque il CECA (Centro Esportivo de Capoeira Angola), situato in largo Pelourinho 19. Questo centro formò molti grandi maestri di capoeira come Mestre João Grande, Mestre João Pequeno, Mestre Curiò, Mestre Gildo Alfinete e altri nomi illustri della capoeira.
Valorizzazione intellettuale della capoeira
Grazie a Mestre Pastinha, il mondo intellettuale iniziò a interessarsi alla capoeira, valorizzandola attraverso scrittori, pittori, filosofi e antropologi come Jorge Amado, Caribè, Jean-Paul Sartre, Pierre Verger e l’attore Jean-Paul Belmondo. Pastinha ebbe un impatto significativo nel far riconoscere la capoeira non solo come un’arte marziale, ma anche come una forma di espressione culturale e storica. La sua dedizione e passione attrassero l’attenzione di importanti personalità del mondo culturale e accademico, che videro nella capoeira un simbolo della resilienza e della creatività del popolo afro-brasiliano.
Nel 1964, Pastinha pubblicò il libro “Capoeira Angola”, un’opera fondamentale che contribuì a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento della capoeira angola. Il libro offriva una preziosa testimonianza delle tradizioni e delle tecniche di questa arte marziale, diventando una fonte di ispirazione per molti studiosi e praticanti. Nello stesso periodo, Pastinha incise un disco con ritmi e canti tradizionali di Capoeira Angola, preservando e diffondendo ulteriormente la cultura musicale associata alla capoeira.
Nel 1966, Mestre Pastinha rappresentò il Brasile al I° Festival Mondiale dell’Arte Nera in Senegal, un evento di grande rilevanza internazionale che celebrava l’arte e la cultura dei popoli africani e della diaspora. La partecipazione di Pastinha al festival fu accolta con grande entusiasmo e riconoscimento, ricevendo vari apprezzamenti dai partecipanti e promotori del festival. Questo evento non solo consolidò la sua reputazione come maestro di capoeira, ma contribuì anche a rafforzare i legami culturali tra il Brasile e l’Africa.
Grazie agli sforzi di Mestre Pastinha e al suo impegno nella promozione della capoeira, questa disciplina marziale e culturale guadagnò un’attenzione senza precedenti, diventando oggetto di studio e ammirazione in tutto il mondo. La capoeira non era più vista solo come una pratica di autodifesa, ma come un’importante espressione del patrimonio culturale afro-brasiliano, ricca di storia, tradizione e significato.
Anni di difficoltà e ultimi giorni
Mestre Pastinha fu il custode della Capoeira Angola (la Capoeira tradizionale). Nonostante una vita dedicata all’insegnamento di questa arte afro-brasiliana, Mestre Pastinha non ottenne i riconoscimenti meritati. Nel 1971, già malato e quasi cieco, fu costretto ad abbandonare la sua academia per ristrutturazioni del Pelourinho, con la promessa di poter ritornare una volta terminati i lavori. Nel frattempo venne alloggiato in una stanza umida e senza finestre, situata nella rua Alfredo Brito n. 4 – Pelourinho. Tuttavia, la promessa non fu mantenuta e al posto della sua palestra fu costruito un ristorante. Da quel momento tutta la struttura apparteneva al Senac (Serviço Nacional de Aprendizagem Comercial). Depresso e con la salute deteriorata, fu colpito da un edema cerebrale nel 1979 e, dopo un anno di ricovero in un ospedale pubblico, fu trasferito nella clinica Dom Pedro II. Il 13 novembre 1981, Mestre Pastinha, una delle personalità più importanti nella storia della capoeira, morì cieco e solo all’età di novantadue anni, lasciando un’eredità indelebile.